Sempre più si parla di content strategy, ovvero di una strategia che le aziende devono adottare per
veicolare sul web contenuti di qualità, con lo scopo di attrarre visitatori, aumentare contatti qualificati e contratti, generare fatturato, fidelizzare i clienti e trasformarli in promotori spontanei del proprio brand. Ma questa strategia, perché possa davvero funzionare e dare risultati, deve essere sostenuta da un piano editoriale ben strutturato, che funga da roadmap per organizzare la vostra presenza online.
Il Piano Editoriale è uno strumento fondamentale per definire in maniera efficace i contenuti e organizzarli al meglio. In pratica è un documento su cui viene dettagliata per filo e per segno la strategia dei contenuti (in termini di tipologia, canali di pubblicazione, frequenza…) da veicolare nel web in modo da non ‘navigare a vista’, improvvisando post, articoli o tweet non legati da un filo comune. Se vogliamo dare una definizione precisa, su Ninja Marketing si dice che ‘il piano editoriale è un insieme di azioni strategiche, che puntano al raggiungimento di un determinato target e di un certo obiettivo,quantitativamente e qualitativamente misurabile’. Questa definizione fa capire che la scelta delle attività di web marketing che decidete di intraprendere, deve essere fatta tenendo sempre a mente il target e l’obiettivo di business che si desidera raggiungere. I contenuti da diffondere sono fortemente connessi con la strategia e da essa non possono prescindere. Di quali contenuti ha bisogno il vostro business raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissati? Lo strumento del piano editoriale permette di pianificare in maniera accurata la pubblicazione dei contenuti (siano essi foto, testi, video, ecc…) su qualunque strumento vi avvaliate per comunicare con il vostro pubblico (blog, news, pagina Facebook, profilo Twitter…). Nella pratica, questo si traduce in un vero e proprio calendario, formato da tante caselle dentro le quali inserire un riferimento alla tipologia di contenuto che dovrà essere pubblicato in un determinato giorno e ad una determinata ora.
Perchè quindi è importante iniziare subito a creare il proprio piano editoriale, magari supportati da un professionista? Sono tanti i vantaggi di adottare da subito questo strumento:
È arrivato quindi il momento di passare all’azione: bisogna iniziare a riempire di contenuti la tabella divisa in mesi e giorni per stabilire la frequenza di pubblicazione, sulla base dell’analisi dei dati estrapolati da due preziosi strumenti che devono sempre accompagnare le vostre azioni: Google Analytics e gli Insight di Facebook.
Per una migliore leggibilità e funzionalità, è consigliabile suddividerlo in sezioni:
Partendo dal fondamentale presupposto che i contenuti da pubblicare devono essere legati alla vostra strategia e agli obiettivi di business, per definire quali contenuti pubblicare bisogna seguire il principio del giusto equilibrio tra promozione ed informazione: questo significa che deve essere quindi limitato il numero di post palesemente auto-promozionali (come per esempio: “E’ uscito il nostro nuovo prodotto!”), senza però escludere del tutto le informazioni che riguardano il proprio brand.Un giusto compromesso sembra essere quello di inserire 1 post promozionale ogni 4 o 5 post di tipo informativo.
Quindi quali contenuti pubblicare? Econsultancy vi aiuta con la tabella della tavola periodica del Content Marketing: questa fa capire perfettamente quanto le possibilità di creare contenuti siano ampie; non limitatevi solo a testi, ma supportate la vostra content strategy con immagini, foto, video, schede tecniche, fumetti, podcast, interviste, ma anche le infografiche, gli schizzi a mano e le App possono rientrare nell’accezione di contenuto.
Ultima cosa: è importante tenere a mente che ogni canale, oltre che ogni social network, ha le proprie caratteristiche e peculiarità, con specifiche modalità di interazione, diverse frequenze di aggiornamento e pubblico. Il consiglio è quindi quello di pubblicare articoli diversi su ogni piattaforma web e, se si decide di veicolare lo stesso contenuto, è buona norma personalizzare il messaggio di accompagnamento secondo il linguaggio e le modalità di interazione dello specifico canale.
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